Svelato il mistero dell’ufo del Mar Baltico?

Sembrerebbe che…

Le foto riportate (v. figura ) non rappresentano la realtà, bensì una ricostruzione grafica finalizzata alla realizzazione di un documentario. In effetti, i sub rappresentati con le torce producenti fasci di luce sono una cosa bizzarra che fa pensare subito ad una manipolazione dell’immagine, a prescindere dalla profondità in cui si trova il misterioso reperto, oltre gli 80 mt.


Il caso non è nuovo e risale all’incirca ai primi 10 anni del 2000.

L’oggetto scoperto sul fondo del mare sembrava essere tutto, meno che un ufo caduto dal cielo. La conferma che si tratti realmente di qualcosa di terrestre e soprattutto di naturale arriva indirettamente da un’intervista radio rilasciata da Peter Lindberg, responsabile del gruppo Ocean X, che fece la “scoperta” attraverso rilevamenti sonar del fondo oceanico.

Quel che sembrava essere una nave aliena adagiata sul fondo del Mar Baltico in realtà non è altro che un deposito di materiale legato all’ultima glaciazione.

Nell’intervista inizialmente egli parla dell’oggetto con tanti se e ma e con diversi condizionali “Esso possiede delle strutture a scala molto strane e se venne costruito ciò avvenne prima dell’ultima glaciazione, cioè prima di 20.000 anni fa. Se fosse Atlantide sarebbe molto sorprendente”.
Poi, però, durante l’intervista Lindberg riconosce che l’oggetto potrebbe essere naturale, potrebbe essere un grande asteroide penetrato nel ghiaccio durante l’era glaciale, o un vulcano sottomarino. Tuttavia egli continua a sottolineare che i geologi ritengono la “cosa” molto strana, perché là sotto non ci dovrebbero essere vulcani. Poi dice che egli ha realizzato un documentario sull’oggetto, da cui sono tratte le immagini riprodotte in maniera artefatta.
Lindberg poi, sostiene di aver dato a Volker Brucher dell’Università di Stoccolma un campione di roccia da analizzare e un giornale svedese ha riportato che il ricercatore è rimasto molto sorpreso nell’aver scoperto che si trattava di una roccia vulcanica. Da questa sorpresa si evincerebbe che il ricercatore ipotizza che la struttura sarebbe un’antichissima costruzione sulla falsa riga di Atlantide. Ma la voce ufficiale di Brucher dice: “delle rocce che mi sono state sottoposte sono in realtà degli gneiss (rocce metamorfiche) dei graniti e delle arenarie  ”. E questo spiega esattamente ciò che ci si aspetta di trovare in una valle glaciale di migliaia di anni fa, ossia rocce trasportate dai ghiacci di provenienza diversa, compreso un piccolo campione di roccia vulcanica.
A questo punto Lindberg non ha risposto all’ipotesi avanzata da Brucher, ma che al momento risulta la più semplice, la più naturale, la meno esotica…
Tra l’altro, cosa molto importante, dell’oggetto misterioso del Mar Baltico non esistono immagini chiare se non la solita immagine ottenuta con il sonar, che, dicono gli esperti:
“…  è stata effettuata a bassa risoluzione e non permette alcuna interpretazione!”


Peccato davvero perché un bell’uSo (unidentified Submarine object) ci mancava proprio da analizzare…

Ma le ricerche pare continuino…

 

“Immaginazione” è uguale a “intuizione”?

Credo che sia opportuno portare alla Luce (LUX-FERRE) il chiaro e vero significato di due vocaboli molto importanti: immaginazione e intuizione.

Immaginazione è uguale a intuizione?
La risposta è decisamente negativa! Infatti:

IMMAGINARE, dal latino IMAGINARI, da IMAGO, significa “configurare”, cioè “modellare”, “dare forma”, “dare figura” ad immagini nella propria mente; ideare, fingere, supporre;

INTUIRE deriva dal latino INTUERI, composto dalla particella IN, “dentro”, e TUERI, “guardare”.
Quindi, “vedere dentro”,  “guardare dentro attentamente” (Socrate docet).

Pertanto,  nel fare ricerca, in qualunque campo essa si svolga, si può percorrere:

  • una via segnata da un’idea, da una supposizione o da una finzione, cioè “fare finta che sia”, peggior approccio, quest’ultimo, perché manipolativo cioè tendente a “modellare” i fatti a sostegno della propria idea figurativa; tecnica persuasiva utilizzata nella comunicazione/educazione dei bambini e, quindi, estranea al giusto e corretto rapporto tra adulti previsto e ben configurato dalla PNL;
  • un sentiero illuminato dal “sentire” e “vedere” ciò che è dentro di noi, da seguire con determinazione ma, nello stesso tempo, con umiltà, con verifiche e controlli lungo tutto il percorso.

Ovviamente ognuno è libero di fare il percorso che vuole,  io rispetto chi segue una via diversa dalla mia, ma questo non significa che io la condivida, men che meno che la convalidi: sarei falso e incoerente, in disarmonia con me stesso.

Quindi e in estrema sintesi, in relazione alle mie pubblicazioni e agli argomenti da me trattati, mi rendo disponibile, con piacere, a dialogare e dibatterne i contenuti, ma solo se  frutti di un percorso  generato dalle intuizioni e non dalle immaginazioni.

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“Dialogando con…” da Polis Notizie Network

Ringrazio di cuore la gentile Dott.ssa Maria Pia Iurlaro, Direttore editoriale della POLIS NOTIZIE Network – WebTv, di Bari, per l’interesse ai miei studi e per il gradito invito a dialogare con lei in merito alle mie pubblicazioni edite dalla Drakon edizioni.

Perché la nostra presenza qui, ora

Perché la nostra presenza, qui, ora?

Il perché della nostra esistenza, per chi?

E tante altre domande sulla nostra provenienza che spesso ci poniamo senza trovare una spiegazione, o delle risposte chiare che non siano le solite espresse dall’antropologia, mediante la teoria darwiniana, o dalle religioni.

Noi… chi siamo?  È la domanda che sintetizza la nostra voglia di sapere.

Ma non c’è sapere se non c’è Conoscenza, la conoscenza storica della nostra esistenza, quella che si ottiene cercando, scavando, analizzando, verificando, con tenacia, passione e determinazione. Ma soprattutto predisponendoci senza preconcetti o retaggi alle risposte che si troveranno sul sentiero della ricerca, nella consapevolezza che per comprendere il presente, “Noi… chi siamo?”, dobbiamo conoscere il passato, “Da dove veniamo”, quel passato fin troppe volte ammantato dal velo del segreto,  o volutamente fatto cadere nell’oblio.

Sempre e ancora con la consapevolezza che quel “velo” non è inamovibile e l’oblio, sebbene sia una dimenticanza duratura,  non lo è per sempre, è un fenomeno che si può invertire. Sempre che lo si voglia…

(c) Biagio Russo