Schiavi degli Dei – Recensione di Alfredo Lissoni

Gli Schiavi di Russo: ex tenebris luce

Dalle tenebre la luce. Già, perché bisogna ammetterlo, è raro trovare dei testi di “fantarcheologia biblica” (la vogliamo chiamare così? O archeoastronomia, o Antica Astronautica) che siano veramente ben documentati, credibili, inoppugnabili sotto tutti i punti di vista.

Il tema, che fu sviluppato inizialmente con lo studio della Bibbia in relazione agli UFO, negli anni Cinquanta, dall’astronomo americano Morris Jessup, fu in seguito banalizzato da certe affermazioni non sempre documentabili da parte dei pur volonterosissimi Robert Charroux (che in mancanza di meglio attingeva a tradizioni esoteriche, medianiche ed iniziatiche, ben difficilmente accettabili dall’archeologia ufficiale) e da Erich Von Daeniken (“quell’albergatore che mi ruba tutte le idee”, diceva di lui Charroux), lesto nelle deduzioni ma spesso accusato di falso (e non solo da National Geographic, ma anche da ricercatori italiani che hanno smascherato la bufala della Cueva de los Tajos) e per questo finito sotto processo per truffa.

Le moderne ricerche sono state invece supportate da prove documentali ben più credibili, che peraltro suscitano le ire della Chiesa perché mettono in forse taluni dogmi della Dottrina; ma sinora nemmeno Sitchin, sumerologo dinnanzi al quale facciamo tanto di cappello, era riuscito a fare quanto realizzato da Russo: creare un quadro assolutamente plausibile, ma soprattutto inattaccabile da tutti i punti di vista, religioso, archeologico, mitologico.

Non mi dilungherò molto sui contenuti del testo, per non togliere ai lettori il piacere di assaporare questo piccolo capolavoro.

Dirò solo che ogni affermazione, su quanto accadde nella notte dei tempi, è supportata da prove reali e da una vastissima cultura filologica, storica ed archeologica.

Era ora, e si sentiva il bisogno di testi che finalmente fossero attendibili. Per questo il libro di Biagio Russo merita dieci e lode ed un posto in bella mostra nella vostra libreria di libri ufologici seri e scientifici.

Le Vere Origini del Genere Umano

L’autore ha cercato con il suo stile personale e disinvolto, ma preminentemente semplice ed incisivo, di addentrarsi nell’ignoto delle nostre origini cercando le risposte ai grandi quesiti che l’umanità si pone dagli albori della conoscenza del suo Universo, soprattutto alla luce di una evoluzione tecnoscientifica pressante ma incapace di penetrare l’essenza dell’antichità vista nel microcosmo e nel macrocosmo che la compenetra.

Con una perspicace indagine metalogica e filosofico-storica Russo si pone come prodromo di una nuova ricerca della verità e di una conoscenza che si avvale di una disanima precisa sugli indizi e le testimonianze di cui sono latori antichi testi dei popoli antichi.

Biagio Russo ci conduce nell’ineffabile mistero della cosmogonia avvalendosi di un’ampia documentazione vagliata con un piglio scientifico e speculativo che avvince il lettore e che pur rammentando la ricca weltanschaung culturale lasciataci in eredità da P. Kolosimo, (di cui l’autore è per sua stessa ammissione debitore) ci offre uno scenario di comprensione ed intelligibilità degno dei più scrupolosi ricercatori.

E questo lo si può certamente notare apprezzando le scrupolose narrazioni provenienti dalla terra dei Sumeri riportate in questo libro; contenuti verificati e verificabili soprattutto depositari di conoscenze incredibili, inimmaginabili e diacroniche se rapportate all’epoca neolitica in cui furono espresse.

Il metodo che segue l’autore è incontestabile, nonché è degna di nota la sua prosa farcita da interrogazioni retoriche perché Russo è ben consapevole che affrontare taluni assiomi storici dei Sumeri mediante una disanima libera da pregiudizi e condizionamenti può sconcertare e sollevare critiche da parte degli studiosi più tradizionalisti!

Eppure le prove sono lì disposte davanti ai nostri occhi; dati incontrovertibili ai confini del mito ed antesignani della scienza. La storia, prima di tutto, e ciò che si evidenzia innegabilmente, come un calco di un passato che è tesoro innegabile della umanità passata e futura.

Dalla civiltà mesopotamica culla della civiltà, spettatrice ed interprete di eventi prediluviani, ripercorriamo la genesi di Assiri, Babilonesi e dei Sumeri, in tutti quegli aspetti che ne ricusano rigetti aprioristici ed acritici. Perché rifuggere dunque dall’apparentemente illogico quando si hanno presenti e convalidanti tutti questi eventi biblici e pre-biblici Russo focalizza la sua attenzione sui Sumeri i quali fissano lo scopo precipuo della loro vita nel servire essere superiori detti «dingir», e che appaiono come i primi padroni della Terra che decidono di creare entità biologiche, intelligenti ma ubbidienti e sottomesse ossia una sorta di umani «robotici».

Questo libro è dunque una riflessione sull’immortalità e l’eternità colte dalle tradizioni della collettività sumera; un popolo sapiente e sociale, che, non dimentichiamo, ha inventato la scrittura, la ruota, l’urbanizzazione, la musica, ed altro ancora.

Dunque nel capitolo della Parte II di questo lavoro si parla della creazione del genere umano, preceduto da un opportuno antefatto quale causa-effetto della conseguente azione. E’ dunque la chiara, lucida e precisa descrizione del perché, quando e come si procedette alla realizzazione di un essere lavoratore essenziale ed ubbidiente: l’uomo primitivo, lo “schiavo degli dei”.

Troviamo anche Angeli, Giganti, Figli di Dio o Vigilanti, che sono solo alcuni degli attori principali della IV ed ultima parte del libro, artefici del progetto supremo. In conclusione il lettore si domanderà se l’ uomo moderno è davvero l’erede dell’uomo di Neanderthal, e se egli rappresenta davvero l’ultimo anello dell’evoluzione dell’uomo.

E come mai i Sumeri, apparvero improvvisamente e ben 5.000 anni fa, possedendo già le straordinarie conoscenze astronomiche circa la creazione del nostro sistema solare?

Biagio Russo con l’ausilio di numerosi ed antichi scritti, curati da autorevoli esperti internazionali di assiriologia e sumerologia e da esponenti di spicco del mondo accademico dell’astronomia, della storia, della statistica, della lingua e della letteratura straniera, e soprattutto grazie alla lettura della scrittura cuneiforme sumera ci ha dunque regalato un percorso d’indagine scientifico, filologico, storico e letterario alla ricerca della verità sulle origini del genere umano che ha veramente pochi precedenti letterari, e che appassionerà e stupirà il lettore dalla prima all’ultima pagina.