INANNA, la Dea sumera censurata.

(un breve accenno)

 

Inanna seduce il Dio creatore, suo zio Enki, signore dell’acqua dolce, che dà vita e fertilità.
E quando egli è ebbro del vino invecchiato che lei gli ha offerto e della passione sensuale, si fa rivelare i 100 segreti della conoscenza, che poi regala agli esseri umani.
Inanna è una e trina. Lei è contemporaneamente 3 Dee.
Il suo amato, Dumuzi, viene ucciso e lei per riportarlo in vita scende nel mondo di sotto dove regna sua sorella Ereshkigal.
Inanna si adorna di 7 ornamenti d’oro, perle e pietre preziose e scende nel mondo dei morti, superando 7 cancelli. Ma a ogni cancello deve rinunciare a uno dei 7 ornamenti.
Arriva quindi nuda al cospetto della sorella.
Chi varca la soglia del mondo di sotto muore e dopo tre giorni resuscita.
Alla fine Inanna fa un patto con la sorella, il suo sposo Dumuzi starà per sei mesi nel mondo dei morti e per sei mesi nel mondo dei vivi, così che per la metà dell’anno le piante possano crescere e i frutti maturare.
Le storie di Inanna sono molteplici e per ognuna abbiamo diverse versioni. Questi racconti, all’origine di numerosissimi miti religiosi, sono un condensato di idee e simboli che sono le fondamenta dei miti umani. La sua epopea è tra le più antiche e complesse.
Eppure a scuola neppure ne parlano.
Se il racconto di Inanna venisse letto a scuola, in effetti, avremmo dei problemi. Soprattutto laddove dice:
Quanto a me, Inanna,
Chi arerà la mia vulva?
Chi arerà il mio alto campo?
Chi arerà il mio umido terreno?
Quanto a me, giovane donna,
Chi arerà la mia vulva?…
Dumuzi rispose:
Grande Signora, il re arerà la tua vulva.
Io, Dumuzi il Re, arerò la tua vulva.
Inanna disse:
Ara dunque la mia vulva, o uomo del mio cuore!
Ara la mia vulva!
Tutto chiaro e senza tabù, questo oltre 4000 anni fa!
Oggi non è più così e il perché ve lo lascio intuire.
(rif.: J. Fo – B. Russo)
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