Il cafone

“Il termine “cafone” ha una origine etimologica incerta”, così recita il blasonato vocabolario Treccani, tuttavia, se si indaga, si scopre che le cose non stanno proprio così.
Già nell’antichità precedente l’Alto Medioevo, i borghi, costituiti dalla cosiddetta “gente civilizzata”, erano circondati da mura, da fossati pieni di acqua e non si poteva accedere ad essi se non attraverso i severi controlli delle guardie poste davanti ai ponti levatoi. Fuori da tutto ciò c’erano i poveri disgraziati, i contadini, i diseredati, i morti di fame nel vero senso della parola. La loro disperazione era altissima, specialmente perché avevano una gran fame! Costoro, per dare soluzione ai loro primari bisogni di esseri umani, avevano una sola strada “ufficiale”: presentarsi al Corpo di Guardia che presidiava l’accesso al borgo quando il ponte levatoio era percorribile.
Ma quella strada, lo sapevano, non avrebbe mai e poi mai permesso l’ingresso a quel luogo “di sopravvivenza”.
Ecco che quei poveracci escogitarono una strategia che gli permettesse di “bypassare” quell’ostacolo: scavalcare i muri di cinta ed accedere “clandestinamente” al borgo.
Come fu possibile?
Si procurarono delle lunghe corde provviste all’estremità da arpioni resistenti; queste venivano lanciate sulla cima della cinta e, tramite di esse, inerpicandosi su per le mura, quegli uomini e quelle donne raggiungevano la sua sommità entrando in quel che per loro rappresentava, figurativamente, il Giardino dell’Eden.
Per tutto ciò, quella gente, umani come noi e degni di rispetto e considerazione come qualunque essere umano, fu “battezzata” QUELLI CON LA FUNE, cioè “chill’ ca’ fune”.
Da qui a CAFUNE, CAFUNI, CAFONI.. il passo è brevissimo!
Questa è Storia… purtroppo conosciuta da pochi.

 

La nostra mente e la nostra coscienza: tecniche manipolatorie di comunicazione. La vendita.

Cos’è l’AIDA?
Per molti è il titolo di una delle più belle opere del Maestro Giuseppe Verdi, ambientata in Egitto.
Bellissima opera anche sotto l’aspetto dei costumi e della scenografia.

Aida
Scena dall’AIDA di Giuseppe Verdi

Per pochi, però, questo termine rappresenta un acronimo, come W VERDI, che a metà del 1800, in quella che non era ancora l’Italia, era una maniera “subdola” per proteggersi dalle sanzioni degli invasori. L’acronimo storico, rivolto al grande Maestro emiliano, nascondeva un incitamento alla costituzione di un regno, quello d’Italia: W V_ittorio E_manuele R_e D’I_talia.
Ma l’acronimo oggetto di questo articolo ha un significato e una vibrazione molto, molto più bassa; fa parte del panorama “marketinghiano” e si presta moltissimo alla manipolazione delle menti:
A = Attenzione
 I  = Interesse
D = Desidero
A = Azione.

Aida
E se a esso si antepone la “P”, di “Paura”, il gioco è fatto; la tecnica di condizionamento delle masse acquisisce un’efficacia elevatissima!
Ma se ne sei a conoscenza il suo effetto è ZERO.
Usiamo la testa, non facciamocela usare!

Biagio Russo

Tecniche manipolatorie di comunicazione
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La nostra mente e la nostra coscienza: tecniche manipolatorie di comunicazione. Il Consenso.

Desidero mettere in luce un aspetto tanto inquietante quanto diffuso del quale siamo stati tutti, o quasi, vittime almeno una volta nella vita: la manipolazione.

Ogni giorno, purtroppo, molte persone subiscono le azioni di “abili manipolatori” che agiscono usando tecniche collaudate che provocano automatismi psicologici; azioni che inducono a comportamenti prevedibili e quindi utilizzabili, da chi le mette in atto, a proprio esclusivo vantaggio; le persone vittime di tali azioni sono il più delle volte ignare e inconsapevoli della loro condizione.

Prima di continuare, vorrei chiarire che le persone soggette a manipolazione sono persone qualsiasi, quindi, non sono predisposte o malate.

La persona manipolabile è uno di noi, potenzialmente ognuno di noi.

Chi non si è mai trovato con le spalle al muro, sorprendendosi ad aderire, sotto pressione, a campagne umanitarie spacciate come solidarietà, ma di dubbio valore e in odore di truffa? A comprare qualcosa che non gli serve? O magari ad approvare idee che non ha mai condiviso?
Molto utilizzata, in questi casi, è “la tecnica del consenso”: la tecnica che…

TI SPINGE A FARE/COMPRARE QUALCOSA PERCHÈ … “TANTISSIMI LO HANNO GIÀ FATTO!”

manipolatorie
Pinocchio con il Gatto e la Volpe

È una tecnica tanto diffusa quanto subdola!

Il manipolatore “manipola” le persone vicine: familiari, collaboratori, amici, ecc., cioè persone sulle quali ha influenza e, facendo leva su meccanismi psicologici propri dell’essere umano, fa in modo che esse agiscano a suo esclusivo vantaggio.

Lo stesso accade quando la manipolazione è diretta a persone lontane, verso platee sicuramente più vaste, per esempio nel caso della vendita di un prodotto: assistiamo quotidianamente a promozioni dove “tu saresti uno dei pochissimi” che ancora non ha comprato “quell’imperdibile oggetto” acquistato già da migliaia di persone.

La manipolazione è una pratica disonesta e moralmente discutibile perché usa la relazione tra individui per secondi fini, poco nobili. Ma se ne sei a conoscenza il suo effetto è ZERO.
Usiamo la testa, non facciamocela usare!

Biagio Russo

 

Tecniche manipolatorie di comunicazione
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La nostra mente e la nostra coscienza: tecniche manipolatorie di comunicazione. La vittima.

Un’altra tecnica della manipolazione si può rintracciare in atteggiamenti apparentemente “normali”.

Il manipolatore si finge “vittima”.

tecniche manipolatorie
Il manipolatore vittima

Il vittimismo e la mania di protagonismo vanno a braccetto!

Il manipolatore colpevolizza gli altri per azioni dirette contro la sua persona, semina zizzania, sottovaluta, cambia le sue idee e le sue posizioni “strategiche” quando, scoperte, vengono messe in luce.

Il manipolatore è indifferente alle esigenze degli altri, fa leva sulle emozioni, tende a screditare gli altri in prima persona o, abilmente, lo fa fare ai suoi collaboratori.

Il manipolatore nasconde sempre i suoi fini.
Il manipolatore non rispetta la persona, né tanto meno il suo pensiero, la sua volontà, i suoi interessi, e se lo facesse sarebbe solo apparenza.

Il manipolatore vittimista rispetta solo se stesso, usa senza scrupoli gli altri per raggiungere i propri scopi, manovrandone il comportamento.

Questi sono solo alcuni degli aspetti attraverso cui manipolazione e persuasione agiscono sulla sfera emotiva e decisionale dell’uomo. Ma se ne sei a conoscenza il suo effetto è ZERO.
Usiamo la testa, non facciamocela usare!

Biagio Russo

Tecniche manipolatorie di comunicazione
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La sessualità degli antichi popoli

La maggior parte dei popoli antichi, dai tempi più remoti (60.000/40.000 anni fa) viveva secondo una filosofia che cercava l’armonia con l’energia cosmica, di cui l’energia sessuale era parte integrante.
L’energia cosmica era la manifestazione dell’energia di Dio, che parlava un linguaggio femminile.
Durante il periodo che va dal paleolitico al neolitico (dal 10.000 a.C. quando cominciò a svilupparsi l’agricoltura) fino all’Età del Bronzo, Dio fu associato alla Grande Madre Terra, la fecondità, che dominava in tutte le civiltà più antiche, dall’Europa al subcontinente indiano.

Essa si manifestava mediante la sua capacità creativa, in ogni sua forma (animale, vegetale, minerale e umana).
La sessualità e il parto erano espressioni della sua energia e del suo potere nelle vite degli esseri umani e di ogni essere vivente.

All’immagine del femminino archetipico viene fornita una definizione mitologica (Inanna, l’Iside egizia, la Grande Madre Neolitica, l’Eva, la Sofia e la Maria bibliche) che è sopravvissuta per più di cinquemila anni, anche se è stata oscurata, frammentata e travisata.

(M. Concannon)