Che vi piaccia o no…

Che vi piaccia o no, tutto quello che accade in un determinato momento è il risultato di scelte precedenti.
Sfortunatamente molti le operano senza rendersene conto e perciò non le considerano tali, anche se in realtà lo sono.
Se io vi insultassi, molto probabilmente vi offendereste; se vi facessi un complimento, molto probabilmente ne sareste contenti o lusingati. In entrambi i casi, se riflettete, fareste una scelta.
Potrei insultarvi e voi potreste scegliere di non offendervi; potrei farvi un complimento e voi potreste scegliere di non prenderlo in considerazione.
In altre parole, molti di noi – anche se continuano a fare un’infinità di scelte – reagiscono in base a riflessi condizionati, scatenati continuamente dalle persone e dalle circostanze e trasformati in comportamento prevedibili.

La maggior parte delle persone sviluppa, per effetto dei riflessi condizionati, risposte ripetitive e prevedibili agli stimoli dell’ambiente in cui si trova. Le reazioni individuali vengono, a quanto pare, innescate automaticamente dalle persone e dalle circostanze; in realtà, esse costituiscono le continue scelte che nella vita operiamo inconsciamente.

Attenzione, però!
Se per un istante osservate dall’esterno il processo decisionale nel momento stesso in cui effettuate una scelta, questa la trasportate dal livello inconscio a quello conscio. Questa procedura vi consente di ottenere una grande quantità di energia.

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Noi, chi siamo?

Perché la nostra presenza, qui, ora?
Il perché della nostra esistenza, per chi…?
Tante e altre sono le domande sulla nostra provenienza che spesso ci poniamo senza trovare una spiegazione o delle risposte chiare che non siano le solite fornite dall’antropologia, mediante la teoria darwiniana o dalle religioni.
Noi… chi siamo?
È la domanda che sintetizza la nostra voglia di sapere.
Ma non c’è sapere se non c’è Conoscenza, la conoscenza storica della nostra esistenza, quella che si ottiene cercando, scavando, analizzando, verificando, con tenacia, passione e determinazione. Ma soprattutto predisponendoci senza preconcetti o retaggi alle risposte che si troveranno sul sentiero della ricerca, nella consapevolezza che per comprendere il presente, “Noi… chi siamo?”, dobbiamo conoscere il passato, “Da dove veniamo”, quel passato fin troppe volte ammantato dal velo del segreto o volutamente fatto cadere nell’oblio.
Sempre e ancora con la consapevolezza che quel “velo” non è inamovibile e l’oblio, sebbene sia una dimenticanza duratura, non lo è per sempre, è un fenomeno che si può invertire. Sempre che lo si voglia…

Come nel mio precedente libro “Schiavi degli Dei”, anche questa volta, in “Uomini e Dei della Terra”, il mio intento è guidare il lettore alla ricerca delle verità perdute. Come? Mediante una gran mole di documentazione inedita da me accumulata durante le mie personali ricerche che, ormai, si protraggono da oltre 45 anni.
Avremo modo di viaggiare nel passato per tornare al presente con una nuova luce, dopo aver raccolto i nostri reperti storici, le nostre testimonianze antiche e fatte le nostre scoperte.
Solo così potremo guardare al futuro, “Dove andiamo”, ma soprattutto “Dove possiamo andare”…
Perché vedremo che dipende solo ed esclusivamente da noi!
Un percorso affascinante, accrescitivo e dai contenuti mai esposti prima.

Biagio Russo

 

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Dal Vangelo secondo Filippo

“Condizionamento e manipolazione hanno un solo antidoto: si chiama Conoscenza”.
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Erano tre (Maria) che andavano sempre con il Signore: sua madre Maria, sua sorella, e la Maddalena, che è detta sua consorte. Infatti era “Maria”: sua sorella, sua madre e la sua consorte.

(dal Vangelo secondo Filippo)
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Le ragioni per cui è stato bandito il Vangelo di Filippo sono evidenti; in esso si dice che con Gesù andavano tre donne di nome Maria: la madre, la sorella e la consorte (Maria Maddalena)!

L’accettazione o il disconoscimento di vari Vangeli da parte della Chiesa e il risultato finale di questa eliminazione è che oggi noi siamo orfani di molte utili e autentiche fonti sulla vita terrena di Gesù.

Pertanto, credo sia necessaria una revisione del Nuovo Testamento includendovi tutti i Vangeli, gli Atti e le Epistole disponibili.

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Chi si loda…

Il termine, o meglio il verbo, “lodare” deriva dal latino “laudare” derivazione di “laus laudis”, cioè «lode»; esso viene comunemente utilizzato per esprimere con parole la propria approvazione per le qualità, gli atti, l’operato o il comportamento d’una persona.
Quando, però, la lode è a se stessi, cioè la persona si fa i complimenti da sola, vantandosi davanti agli altri, la saggezza popolare ricorda e avverte come il soggetto finisca poi facilmente per danneggiarsi.
Il conosciuto detto popolare “chi si loda s’imbroda”, di cui alcuni studiosi attribuiscono l’origine a un vecchio proverbio toscano, è l’espressione sintetica del suddetto comportamento e delle sue naturali conseguenze.
Ciò premesso, mi permetto di esporre il mio personale pensiero in merito che ho piacere di condividere con tutti voi:
“mai vantarsi del proprio essere, ma essere sempre umili, sinceri e leali con gli altri”.
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E, come diceva Einstein:

“Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore!”

Concludo con questa citazione attribuita al grande Leonardo da Vinci:
“Molta sapienza genera umiltà,
poca sapienza genera orgoglio:
la spica vuota leva la testa incontro al sole,
la spica piena l’abbassa alla terra sua madre”.
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Ad ognuno il proprio viaggio.
Biagio Russo

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Scienza, sapere, ignoranza.

Diceva il grande Galileo Galilei:

Compito della Scienza non è aprire una porta
all’infinito sapere,
ma porre una barriera
all’infinita ignoranza.”

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C’è sempre tempo, ma…

“Abbiamo abbandonato persone,
abbiamo rinunciato a grandi occasioni,
abbiamo lasciato i nostri progetti più grandi.
Siamo scappati da luoghi, persino dai nostri sogni,
per rimanere in compagnia di ciò che conoscevamo. Perché?
Perché ci dava sicurezza.
Per paura.
Per pigrizia.
Per complesso d’inferiorità verso gli altri e verso la vita.

Il peggio, in tutto questo, è che
abbiamo rinunciato alla nostra parte migliore,
abbiamo abbandonato la nostra anima e la nostra stessa vita.

Tutto questo solo per non aver osato,
per non aver creduto,
per non aver permesso.

A scuola si dovrebbe insegnare una materia importantissima:
realizzazione di sé e dei propri sogni!
Ma c’è ancora tempo, qui e ora!

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La verità

“Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare.”
(Eraclito)

Non mi stancherò mai di dirlo, certamente non avremo mai la certezza della verità, nessuno la possiede, ma già scartare tutto quello che non lo è costituisce di sicuro un grande passo avanti!
(Biagio Russo)

 

 

 

 

 

 

 

 

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La ziqqurat

 

  1. In cima si trovava il tempio con l’altare dedicato al dio protettore della città.
  2. Dalle terrazze i sacerdoti osservavano il cielo e le stelle: i Sumeri furono i primi a riconoscere le costellazioni, a calcolare la durata dell’anno e a dividere il giorno in ore.
  3. Alla base della ziqqurat c’erano i magazzini, dove venivano conservati i raccolti; in altri locali, invece, i maestri facevano scuola ai ragazzi.
  4. Un sistema di scale sui fianchi della ziqqurat ne permetteva la salita fino alla sommità.
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ll Sentiero che conduce in alto

“Il Sentiero che conduce in alto è illuminato da una sola fiamma:
la fiamma dell’audacia che arde nel cuore.
Più osi, più otterrai.
Più temi, più la luce impallidirà, ed essa sola può guidare.”

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Dell’Invidia

Il termine “invidia” proviene dal latino invidia, derivazione di invĭdus da IN – VIDERE, cioè “invidiare”, di cui IN è sopra, e VIDERE è vedere, guardare; perché l’invidioso guarda con occhio bieco e iroso l’altrui felicità, in ogni campo, e bada a tutti i difetti ed alle piccole cose di quello a cui porta invidia per fargliene debito, nella consapevolezza che non potrà essere mai alla sua altezza, come lui.

L’invidia – Giotto

In effetti l’invidia è quel sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità.

In sintesi, l’invidia è tristezza e dolore che provano alcuni al vedere l’altrui bene, l’altrui felicità.

Certe persone non ti odiano perché hai fatto qualcosa di male, ma semplicemente perché hai fatto qualcosa meglio di loro. Ma perché?
La risposta non è esplicitamente riportata nei periodi precedenti, c’è molto di più ed è nel profondo di codeste persone, così definite, invidiose.

Diceva Oscar Wilde:
“L’invidia è quel sentimento che nasce nell’istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti.”
Bhè, c’è andato giù un po’ duro, ma vicino.
L’atteggiamento da parte della persona invidiosa genera un degrado spirituale, un’energia pesante e negativa. Ci sono segni da notare quando sei invidiato e quindi  “derubato”energicamente. Sensazioni fisiche come la stanchezza che sorge dal nulla, angoscia come se fossi minacciato, un terrore non identificato.

Tu comunque…
Sii accorto. Distanziati da codeste esistenze.  Non tentare di cambiarle, non ci riuscirai, devono farlo da sole – chissà se mai ce la faranno. Questo è nell’Ordine delle cose.
Proteggiti!
Devi lavorare sulla tua autostima, sul tuo atteggiamento interiore e quello emotivo;
devi possedere te stesso lavorando sulla tua fiducia in ciò che sei e ciò che desideri;

altrimenti, le tue carenze energetiche diventano un portone d’ingresso facile da varcare e questa energia invidiosa può farti del male.
Quando ti senti più sicuro di te, provi un benessere gratificante e risparmi più energia.

Fai le tue scelte e sopportane le conseguenze, la tua energia sarà tutta tua e sarai…
Irremovibile.

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